Di Pippo Trio

IL REAL MADRID GUADAGNERÀ MEZZO MILIARDO ACQUISTANDO MBAPPÈ, DIMOSTRANDO, NON A CASO, CHE ESSERE IL PIÙ GRANDE CLUB DI CALCIO AL MONDO PREVEDE FARE GRANDI INVESTIMENTI DA CUI DERIVANO GRANDI VITTORIE E NATURALMENTE DI CONSEGUENZA, GRANDI GUADAGNI ECONOMICI!
IL GUADAGNO IMPRENDITORIALE NON ESCLUDE IL PRESTIGIO SPORTIVO E VICEVERSA, SEMMAI VANNO DI PARI PASSO.

di Pippo Trio

C’è un argomento che nel mondo del calcio diventa sempre più attuale e dibattuto, ancor più dell’aspetto intrinsecamente sportivo, che è quello della sostenibilità economica, dei costi e dei guadagni, con interessi, e movimento di denaro che lievitano sempre più, coinvolgendo vari settori e figure professionali al di là di quelle strettamente legate al calcio inteso esclusivamente come sport collettivo.
L’argomento che ci da spunto per fare altre riflessioni sul fenomeno calcio e sulle varie interpretazioni gestionali ci viene fornito dall’acquisto per certi versi clamoroso del calciatore francese Mbappè;  che passa a scadenza di contratto da un club ricchissimo come il Psg ad un altro magari meno ricco ma neanche poi tanto, eppure  sicuramente più prestigioso come il Real Madrid. Le ultime notizie vere o presunte al riguardo, oltre a quelle che attengono alle solite indiscrezioni sul costo dell’intera operazione d’ingaggio, sicuramente molto onerosa, è che l’acquisto di Mbappè si rivelerà un grande affare economico oltre che sportivo,  ancora tutto da vedere. Al Real già con Cristiano Ronaldo, il suo clamoroso e costosissimo ingaggio coincise con un guadagno immediato già con la vendita delle magliette a suo nome e numero. Chiaramente come spesso non si dice, nessuno è così sciocco da spendere tali cifre per un calciatore se non avesse calcolato un rientro od un guadagno economico, oltre a quello sportivo e di immagine, che consentisse nel tempo una crescita esponenziale dell’impresa sportiva del club. La storiella più volte raccontata dei ricchi scemi che sperperano soldi per vanità o per propri capricci, è demenzialità giornalistica per giustificare altre logiche e dinamiche meno ambiziose, e più speculative. È ormai acclarato che il calcio non è solo uno sport che qualcuno dipinge ancora romantico, pur senza esserlo mai stato anche quando il volume d’affari era nettamente inferiore, ma spesso si indugia a pretendere che rimanesse tale chissà per quali reconditi motivi di falso moralismo, e’ inutile retorica fuorviante. Oggi il calcio è più che mai un settore industriale alla pari di tanti altri ed anche di più, visto il coinvolgimento all’interno del proprio comparto di tanti altri settori, un vero e proprio business a vari livelli multi piattaforma. Ma quello che deve essere chiaro ad appassionati e tifosi di calcio, che sono il vero motore ed il cuore pulsante di questo sport , che il calcio essendo un fenomeno culturale di immensa popolarità, che affascina forse più di un miliardo di esseri umani in tutto il mondo, è che l‘aspetto degli interessi economici che gli gravitano intorno non sono affatto scandalosi, moralmente condannabili, come si va raccontando in modo indignato. Dal punto di vista economico, oggi il calcio da’ lavoro e ricchezza a centinaia di industrie ed imprese diverse, a migliaia di professionisti di calcio ma anche a milioni di persone a vario titolo e livello. Già per questo, dovrebbe essere un settore tutelato in ogni suo aspetto, quindi anche politico e sociale. Inoltre, va chiarito pure che per fare imprenditoria nel calcio come in qualsiasi altro settore, bisogna assumersi appunto il rischio di impresa a seconda delle proprie competenze, ma soprattutto a seconda dei capitali di investimento di cui si è capaci o per i quali si è disposti ad esporsi. È chiaro che ogni settore industriale deve fondare soprattutto sul prodotto che si vuole realizzare ed attrezzarsi affinché produrre il miglior prodotto possibile: perché solo attraverso la qualità del prodotto che poi ne consegue anche il ritorno economico. Tutto quello che stiamo dicendo sembra talmente ovvio e banale che non varrebbe neanche la pena descriverlo ed invece no, perché spesso questi argomenti apparentemente banali, a causa della loro complessità vengono utilizzati a proprio esclusivo interesse per manipolarne l’opinione, gli interessi politici e la speculazione tout court di tanti personaggi all’interno di questo mondo. Oggi si parla tanto di sostenibilità economica in un mondo come quello del calcio raccontato come un mondo di spendaccioni, di giovani calciatori viziati e super pagati, e via dicendo. Sono queste le vere banalità che si raccontano mascherandole con falsi idealismi e moralismi vari. Si è sempre detto che i soldi vanno dove stanno altri soldi e allora se è questa la vera e giusta equazione perché scandalizzarsi che ne girano troppi? È sicuramente un bene, poi se in tutto questo capita anche qualcosa di male, è fisiologico. Non esistono mondi ideali e finti paradisi. Se un calciatore od un’altra figura professionale nel calcio guadagna troppo rispetto a chi si sveglia tutti i giorni all’alba per guadagnare in un anno quello che mediamente un calciatore di successo guadagna in una settimana tirando quattro calci a un pallone, può anche dar fastidio, ma è sicuramente proporzionato a ciò che producono i calciatori in termini di interessi, guadagni di chi li gestisce e puro divertimento per il vasto bacino d’utenza. Ognuno di noi lavoratori normali, allo stesso modo guadagna in proporzione a quanto si produce per il proprio datore di lavoro ed in relazione al pubblico che si riesce a soddisfare. È molto semplice. C’è poco da scandalizzarsi e moralizzare. A dimostrazione di tutto ciò non ultimo quest’ennesimo clamoroso passaggio di Mbappè al Real Madrid che sicuramente sarà costato d’ingaggio una cifra blu, ma è pur vero che è stato preso a zero, e per riuscire a convincere il calciatore a rinunciare ai tantini soldi arabi, sicuramente avrà inciso l’ambizione del calciatore a giocare nel più prestigioso club del mondo. Questo ha fatto la differenza perché appunto la differenza investe nel calcio puntando ai massimi obiettivi rispetto a chi ne privilegia l’aspetto economico e che chi investe puntando non solo all’aspetto economico ma soprattutto puntando all’aspetto sportivo, è che chi punta a vincere sul campo, poi vince anche in banca, è la più naturale conseguenza. Perchè in relazione ai successi sportivi aumenta il blasone, il valore del marchio, il bacino d’utenza, la vendita diretta ed indiretta dei propri profitti e servizi, aumentano gli sponsor e le loro quote, e quando poi aver investito tanto nell’allestimento della squadra, vi si aggiunge incrementare il settore scouting e settore giovanile, per non dire investire nelle proprie strutture, tutto questo non fa che accrescere di pari passo ogni aspetto societario. Non sarà affatto un caso che oggi più che mai il Real Madrid è il club più famoso ed importante al mondo. Lo dicono le sue vittorie, lo dice la storia, la sua mentalità e stile lo riconoscono milioni di persone al mondo. Mentre tutti gli altri si barcameneranno sul mercato, per vincere una volta in 30 anni o per il solo gusto di ricavarci qualche decina di milioni in più descrivendoli come fenomeni, allora vorrà dire che non si è capito nulla sia di calcio che di vita, economia e quant’altro. Al Real Madrid continueranno a vincere ed a guadagnare come nessuno, perché ogni cosa all’interno di quella filosofia è pensata per puntare in alto spesso riuscendoci, ed inevitabilmente anche i ritorni economici saranno altissimi, perché il mercato del meglio del meglio non fallirà mai!

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