Di Pippo Trio

I RINNOVI MILIONARI DI DE LAURENTIIS E RELATIVE CLAUSOLE SONO INUTILI FURBATE, CHE SPESSO SI RITORCONO CONTRO, COME NEL CASO DI OSIMHEN, DI CUI OGGI IL NUOVO NAPOLI DI CONTE È OSTAGGIO, RISCHIANDO DI RIMANERE SULLO STOMACO AL CLUB, E A COSTI IMPOSSIBILI DA SOSTENERE

di Pippo Trio

La clausola rescissoria o risolutiva di un contratto è un regime contrattuale nato in Spagna, che i grandi club come Barcellona e Real Madrid utilizzavano per blindare i propri top player ad una cifra impossibile per chiunque e quindi rendere così il calciatore incedibile. Chiaramente, per fare ciò, il club in questione deve avere le idee chiare e di trattenere il proprio fuoriclasse senza cedere alla tentazione di venderlo quindi deve essere in grado di pagargli un’ingaggio tale che lo stesso calciatore non potrà rifiutare in quanto più che soddisfacente dal fargli pensare di dovermcambiare club. Messi, a Barcellona aveva una clausola di 700 milioni, ma anche altri top player ne avevano di altissime. Ad esempio, Higuain al Real ne aveva una da 250 milioni affinché dichiararlo incedibile perché nessuno lo avrebbe preso a quella cifra, e infatti sia Messi che Higuain prima che scadessero i loro contratti hanno entrambi giocato a lungo nelle loro squadre, poi chiaramente i contratti al terzo rinnovo per questioni anagrafiche o non si rinnovano oppure gli si apportano clausole per liberarsi a condizioni accettabili per entrambe le controparti. Tanto è vero che quando Higuain è andato a scadenza di contratto con il Real Madrid nonostante la clausola di 200 milioni, non volendo più rinnovare ad un anno dalla scadenza , fu venduto al Napoli per 40 milioni e il Real avendo scelto di puntare su Benzema si accontentó di lasciar andar via Higuain per molto meno della clausola, anziché perderlo a zero l’anno successivo.
Ma il regime di clausola rescissoria finché era usato per trattenere i calciatori aveva una sua precisa valenza, quella dell’incedibilità, perché erano cifre messe volutamente altissime che mai nessuno avrebbe mai pensato di pagare. Ma a cambiare il senso del concetto di clausola risolutiva ci ha pensato De Laurentiis, le cui clausole erano messe non tanto per blindare e rendere incedibile un calciatore ma addirittura per poterlo cedere senza alcuna remora.
La clausola di De Laurentiis è studiata per far in modo che il calciatore diventi appetibile ad altri club, che comunque dovrebbero pagare una cifra considerevole ma non impossibile, la quel cosa rende il calciatore quasi già venduto nel momento in cu viene apposta la clausola. I rinnovi contrattuali milionari che ne conseguono, sono solo lo specchietto per le allodole in quanto uno come De Laurentiis non rinnoverebbe mai un contratto supermilionario ad un suo tesserato per tenerlo, lui aumenta gli ingaggi ai calciatori solo in ottica di cederli, e spesso trova l’acquirente giusto, almeno fino a quando non spara cifre impossibili per pura avidità come nei casi precedenti di Allan e Koulibaly, e ora di Osimhen, per il quale non appena meno di un anno fa senza che vi fosse una clausola sono state richieste cifre del tutto esagerate che non erano affatto giustificate da un ingaggio importante, ma sparate al rialzo non tanto per rendere incedibile il calciatore ma per ottenere il massimo vantaggio economico possibile pensando addirittura di risparmiare sull’ingaggio che ancora non era stato rinnovato. Chiaramente la cifra che aveva preteso per cedere Osimhen era altissima e nessuno la prese in considerazione, tuttavia qualcuno interessato a comprarlo a più di 110 milioni c’era stato. tipo il Bayern che poi visto il prezzo preteso da De Laurentiis rinunció e prese Kane per 100 milioni, gli arabi a loro volta sarebbero stati disponibili fino a 140 milioni ma niente e allora Osimhen restó al Napoli un altro anno avviandosi alla pericolosa scadenza di contratto che ha obbligato De Laurentiis a rinnovarglielo ad una cifra in proporzione alla supervalutazione data al suo valore di mercato.

Ora De Laurentiis si ritrova un calciatore svalutato da una stagione disastrosa, e in più demotivato a restare in quanto non più integrato e con l’intenzione reciproca di separarsi, De Laurentiis in primis, perché non può permettersi di pagare un ingaggio di oltre 10 milioni annui e anche Osimhen che ormai ambisce non solo a guadagni stratosferici, ma anche per continuare la carriera in top club inglesi che giocano la Champions.
Insomma, una situazione svantaggiosa per entrambi le parti che li costringono ad accettare le condizioni di mercato non più favorevoli e quindi sia De Laurentiis a perderci sul prezzo della clausola di 130 milioni già molto inferiore aI 200 richiesti lo scorso anno e dover ancora fare lo sconto affinché potersene liberare al più presto, anzichè pagare l’ingaggio monstre e non incassare neanche la plusvalenza che gli avrebbe consentito di fare il mercato ambizioso che gli chiede Conte. Chiaramente, con gli Europei in mezzo, con i club eventualmente interessati, che conoscendo la situazione del Napoli giocano al ribasso, De Laurentiis si trova in una situazione di chiaro svantaggio, sia nel mercato in uscita che quello in entrata, perché anche quelli che devono cedere i loro gioielli al Napoli giocano al rialzo ben sapendo che il Napoli di Conte esige calciatori di un certo livello e che se si vendono uno o due big il Napoli incasserà una tale somma che non gli consentirà di chiedere sconti su quelli che acquisterà. Insomma una situazione alquanto complicata, e a complicarla di più le grane Di Lorenzo e Kvarasckelia che per diversi motivi non sono più tanto convinti di restare al Napoli malgrado questa tardiva incredibilità dichiarata dal club sui due atleti, imposta dal Napoli e soprattutto da Conte. Per cui, adesso De Laurentiis per obbligare i due a restare è costretto ancora una volta come per Osimhen a mettere mano ai suoi tesoretti blindati per soddisfare le legittime richieste economiche di Kvara colpevolmente penalizzato in questo senso, nell’anno post scudetto, oppure imporgli il rispetto del contratto senza aumenti ma con tutti i rischi di conflitti interni che una tale decisione possa comportare. Diversa la situazione di Di Lorenzo, in quanto il giocatore ha già rinnovato con soddisfazione il contratto, ma pare che dietro il cambiamento di rotta ci siano problemi personali insormontabili, chiaramente cavalcati anche in sede di mercato a vantaggio del giocatore e dal suo procuratore, perché sia la Juventus che altri top club pare siano intenzionati ad accogliere Di Lorenzo a cifre più alte. Sarebbe stato curioso sapere se il mal di pancia di Di Lorenzo vi sarebbe stato anche in caso che nessuno lo volesse, ma non lo sapremo mai.
Una cosa è certa, da tutto questo caos gestionale e di mercato che affligge il Napoli, come si farà per uscirne senza bagni di sangue e contemporaneamente dare a Conte la squadra forte e coesa che si aspetta e che esige come condizione sine qua non? Mancano due settimane all’inizio della stagione e il Napoli ha appena fatto in tempo a risolvere la casella dell’allenatore, ma per il resto è ancora in alto mare. Sarà un’estate caldissima e salatissima per De Laurentiis, ma che gli serva da lezione l’ultima stagione di cappellate, che già gli è costata tantissimo e ancora costerà, perché da una seconda stagione simile non ci si riprenderà più!
A Napoli si dice: “chillo gia è bell o petrusino, vene a gatta, e ce piscia a coppa ”….

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