Napoli: violenza Covid in provincia ma ospedali in tilt

Una paziente risultata positiva al Covid ha aggredito l’infermiera che l’aveva ‘scoperta’ e poi avrebbe persino tentato di contagiare i presenti tossendo loro in faccia. A riferire l’episodio, avvenuto poco prima di mezzogiorno nel pronto soccorso di Villa dei Fiori, è stata l’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” su Facebook. Questa la ricostruzione dei fatti pubblicata dall’associazione, impegnata da anni nel denunciare le violenze contro il personale sanitario in Campania. Da Napoli comunque il personale ospedaliero denuncia la mancanza di personale di supporto ed il fatto che le assunzioni non vengono sbloccate: di conseguenza gli addetti si aggirano sui cinquant’anni quasi, di eta’ media.

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Al pronto soccorso di Villa dei Fiori ad Acerra giunge una donna che riferisce di avere una colica renale e non dichiara al personale di triage di avere la febbre, comunicandolo solo all’ingresso del box visite al cospetto del medico. Viene fatto immediatamente un tampone e la paziente risulta positiva al Covid. L’infermiera di triage riferisce al camice bianco l’omissione da parte della donna e quest’ultima aggredisce la giovane con schiaffi all’altezza del collo e del braccio. “Non contenta, la donna incomincia, per dispetto, a tossire in faccia a tutti i presenti allo scopo di contagiarli”, racconta ancora l’associazione.
Nel post viene anche sottolineato che l’infermiera vittima dell’aggressione è intenzionata a recarsi in commissariato per sporgere una denuncia, “visto che Villa dei Fiori è ancora sprovvista di un drappello della polizia”. Il popolo meridionale esecra il fatto che per alcune fattispecie di malori, come quelli ossei e muscolari, sono assai decimate le strutture ospedaliere munite di posti letto e macchinari di anamnesi. Per patologie meno gravi rispetto a quelle letali piu’ diffuse, in Campania sono attrezzati dal punto di vista dei posti letto e dei mezzi di rilevazione, per lo piu’ il Cardarelli ed il neonato Ospedale del Mare.

Esistono una dovizia di cliniche convenzionate ed ospedali di scala minore, sprovvisto di pronto soccorsi, posti letto, personale, macchinari di analisi, che di conseguenza non sgravano i principali ospedali, del carico di cittadini da curare e misurare.

In Italia numerosi operatori e pazienti denunciano la continuita’ degli obblighi di misurazione Covid, con i tamponi invasivi che oltretutto ritardano gli esami e gli interventi, per i pazienti in attesa.

Le sale di attesa della Campania risultano ancora di prolungatissimo assorbimento: ai microfoni di Adfnews.it, due infermieri si sono sfogati attribuendo ai vertici politici locali, ed in seguito nazionali, la responsibilita’ di rendere operative solo 50 ambulanze, in questa fase dell’anno, propedeutiche alla copertura di circa un milione di persone a Napoli. Ma cio’ alla luce della densita’ demografica del capoluogo campano, ben superiore a Roma medesima. Viceversa nella capitale d’Italia, alla luce di distanze fra residenti maggiori di Napoli, la sanita’ dispone di molte piu’ ambulanze e risorse umane. Un altro infermiere ultra quarantenne, lamentava il fatto che, dopo undici ann di attivita’, risulta ancora precario presso un’agenzia interinale.

I fondi del Pnrr relativi agli ospedali sono irrisori e le procedure di cesure ai posti letto, accorpamento delle strutture e chiusura di quelle site in posto a non alto numero di residenti, continuano indefessamente.

Foto di Marcelo Leal

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