Monti ammette un ritorno alla Lira

Il senatore a vita Mario Monti, autore dell’attuazione del Fiscal Compact per l’Italia e del suo inserimento all’interno della Costituzione, ha recentemente pubblicato un manoscritto dal prezzo di 20€ analizzato in filigrana da alcuni redattori presenti su Byoblu, on line e presente nel digitale terrestre sul canale 263. Ha destato sgomento, sfogliando il libro dell’economista italiano che deteneva la presidenza del Consiglio dal 2011, l’esplicazione di un piano straordinario a disposizione del presidente della Banca d’Italia in quel tempo, che ineriva il ritorno immantinente alla Lira; tutto cio’ in caso di parossistiche turbolenze finanziarie, politiche od europee, antitetiche alla stabilita’ e crescita  ‘ della moneta unica e la necessita’ di austerita’ finanziaria per una esigenza di autoconservazione fiscale, industriale, istituzionale, bancaria, politica, collettive.

Mario Monti e’ associato ai maggiori gruppi di studio neoliberisti e cricche di potere finanziate da Rothschild e Rockfeller, per cui si conferma intenzionato a creare gli Stati Uniti d’Europa con alcune discrezionalita’ nazionali abrogate in favore di un unico apparato monetario, legislativo e fiscale. Senza alludere alle sanzioni europee da dover praticare per la Germania fautrice di surplius commerciali che sferzano l’Italia, principalmente, Monti rimarca il successo dell’Euro come veicolo di salvezza e stabilita’ per un’Italia che e’ sottoposta a lotte geopolitiche e geoeconomiche fra titani. Agoni che per fronteggiare efficacemente, Monti afferma la collocazione italiana presso una valuta unica e condivisa con altre grandi potenze, fra cui Francia, Germania ed un tempo, Gran Bretagna. Cosi’ l’ex rettore della Bocconi aggiungeva che attualmente e’ tutta l’Europa, a figurare nella posizione di rischio e permeabilita’, da terremoti finanziari e bancari esogeni come un tempo fu per il Bel Paese. Dunque gli Stati Uniti d’Europa rappresentano per Mario Monti, la contromisura ideale a tutelare il patrimonio industriale ed economico privato e collettivo, in un paradigma di parossistica competizione, stallo economico dell’intero mercato occidentale, ascesa inesorabile dei Brics in qualità di macroscopici bacini di nuovi consumatori. Mario Monti si ritrova crescentemente crivellato da anatemi, invettive e critiche da immani fette di elettorato che lo imputano membro fattivo dei vertici massonici antitaliani, autore di un golpe politico-finanziario che ha ridimensionato in guisa esiziale, la grande, media e piccola industria italiche, secondo un meccanismo di passiva accettazione di prescrizioni europee innestate sull’imposizione dell’Euro dal duplice valore rispetto all’antecedente Lira; per aver aborrito in sede nazionale e continentale, le regole costituzionali che non permettono di cedere quote ingenti di sovranità ad altre nazioni od enti, salvo percentuali esigue e per brevi periodi bellici. La Costituzione italiana è stata “evirata” dal governo Monti e seguenti ad esso, a causa dell’introduzione del Pareggio di bilancio proprio dentro l’alveo di regole costituzionali. Inoltre è stato certificato che emolumenti, pensioni ed investimenti con l’introduzione dell’Euro, sono rimasti inalterati rispetto ai tempi della Lira; viceversa i costi ed i prezzi per industrie e cittadini, si sono tradotti in Euro causando un raddoppio di esborsi a FRONTE DI INCASSI DIMEZZATI. A parere delle nemesi di Monti che fioccano a livello politico, accademico, economico, il professore con suddette camarille sullo scenario europeo e nazionale, si è macchiato di Alto Tradimento. E questo reato, a differenza di tutti, è di pertinenza militare non prevedendo l’incarcerazione, bensì la pena capitale. Mario Monti alle accuse replica di aver tutelato gli interessi nazionali salvando la moneta unica, tuttavia + ACCLARATO QUANTO GLI ACCORDI ITALIA-EURO, NON PREVEDESSERO LA GARANZIA DEL DEBITO PUBBLICO E PRIVATO DA PARTE DELLA BCE PRESSO CUI E’ CONFLUITA LA BANCA D’ITALIA. In tal modo l’unica ancora di salvezza italiana ed europea, in un panorama di fusione politica, monetaria e finanziaria, è stato eluso. Monti rimarca che non spettava alla sua controparte verificare l’esatto rispetto del cambio Lira-Euro, ma di fatto i produttori, commercianti e consumatori, hanno replicato che all’indomani DELL’INTROIEZIONE per l’Italia dell’Euro, si sono visti letteralmente raddoppiare i costi delle materie prime e dell’energia e combustibili, che a loro volta hanno scaricato questi aggravi sui clienti finali.

Se il professor Savona smantella le tesi di Monti su un’Italia impotente oppure poco efficace se orbata dell’Euro e del paravento continentale, è stato disarcionato aprioristicamente dalla carica di ministro dell’Economia nel governo Conte, è stata slatentizzata la propria strategia relativa ad un’uscita dall’Euro in guisa immediata ed indolore: pare che il piano di Savona per scongiurare il blocco ai prelievi indotti dalla Bce in Grecia, fosse reintrodurre la Lira con un valore identico all’Euro, garantita in modo infinito ed impermeabile a spread e speculazioni, dall’ultimo binomio bancario statale rimasto, ovvero Monte Paschi e Cassa depositi, irrorando denaro tramite gli innumerevoli sportelli delle Poste. Questa strategia avrebbe permesso, come legalmente consentito, ad affiancare all’Euro una valuta pubblica, infinita, garantita, senza debiti, concretizzando la totale salvaguardia economica pubblica, privata, industriale; e binariamente il blocco dello spread e dei debiti con l’estero. Il tutto consentendo l’ammortamento ed elisione definitiva, dei debiti pubblici e privati, con l’estero e con l’Italia.

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