TEL AVIV, Israele. Hanno camminato per ore attraverso tunnel bagnati e hanno vissuto sottoterra per settimane, ma il primo ostaggio israeliano rilasciato per raccontare il suo calvario ha detto che i loro rapitori li trattavano “gentilmente”, pulivano i bagni ogni giorno e fornivano assistenza medica a quelli che ne avevano bisogno. Su Toronto star si esprimono, in relazione a tale situazione, le vittime israeliane rapite ed in seguito liberate, da Hamas. Il tutto viene appuntato da Marco Chown Oved, un reporter di guerra.

Martedì mattina, sui gradini dell’ospedale Ichilov di Tel Aviv, Yocheved Lifshitz, 85 anni, sedeva su una sedia a rotelle davanti a giornalisti di tutto il mondo e ha raccontato i suoi 17 giorni di prigionia a Gaza. BQuando siamo arrivati, ci hanno detto che credono nel Corano, che non ci faranno del male e che vivremo nelle stesse condizioni di vita come loro nei tunnel”, ha detto Lifshitz. “Abbiamo iniziato a camminare nei tunnel; la terra è bagnata e tutto è sempre umido. Raggiungemmo una sala con 25 persone. Dopo due o tre ore, separarono cinque persone dal mio kibbutz, Nir Oz. Ci hanno sorvegliato da vicino”.

“Siamo stati sdraiati sui materassi; si sono assicurati che tutto fosse igienico”, ha detto. “Si accertavano che non ci ammalassimo e avevamo un medico con noi ogni due o tre giorni.”

Ha dipinto un quadro umano del trattamento riservato loro come ostaggi dalle mani dei militanti di Hamas che avevano appena condotto una carneficina di circa 1500 israeliani , dissacrando allegramente i cadaveri e vantandosi di ciò con i loro genitori, secondo le testimonianze dei sopravvissuti ed il cruento video recuperato  dai militanti morti.

Alla domanda se i rapitori avessero cercato di parlare con gli ostaggi, Lifshitz ha detto: “Abbiamo detto loro: niente politica. Ma parlavano di ogni genere di cose. Sono stati molto amichevoli con noi.”

Sebbene le condizioni della sua prigionia fossero apparentemente umane, la descrizione degli attacchi e del rapimento fatta da Lifshitz non avrebbe potuto offrire un contrasto più netto.

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“Ho attraversato un incubo che non avremmo potuto immaginare”, ha detto. “Ho costantemente le immagini di quello che è successo che mi rimbombano nella mente.”

“Si sono scatenati. Hanno fatto saltare in aria la recinzione che avevamo costruito per 2,5 miliardi di dollari. Hanno attaccato le nostre case. Hanno ucciso e rapito vecchi e giovani senza distinzione”.

“Quando mi hanno preso, mi hanno messo su una motocicletta, mi hanno legato con le gambe da un lato e la testa dall’altro, e sono rimasto sdraiato lì mentre correvano per i campi. C’era una motocicletta su entrambi i lati e una dietro di noi”.

Hamas e’ al centro delle polemiche binariamente ad Israele, con analisti indipendenti come Benjamin Fulford a scorgere funzionari, politici e militari di stampo satanista, assiepati in ambi due i blocchi contrapposti, in un’opera di fomentazione del Terzo Conflitto Mondiale che contrapponesse popoli arabi ed israeliani. A cio’ si aggiunge la reticenza di Israele nel fornire alla Russia le immagini satellitari correlate agli attacchi verso gli ospedali palestinesi attribuiti immantinente ad Hamas. In questo pantano fioccano macromanifestazioni antitetiche le azioni belliche israeliane presso Gaza, che vedono citta’ mediorientali ricolme di cittadini indignati, la Serbia nella medesima condizione e piccole realta’ urbane europee ed americane a manifestare per l blocco delle ostilita’ e la liberazione di Gaza.

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