I due arrestati nell’operazione antiterrorismo della Procura di Milano, condotta dalla Digos, erano “estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’organizzazione terroristica e finanziando “cause di sostegno”‘ del sedicente Stato islamico, al quale “avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”.
Lo enuncia il procuratore di Milano, Marcello Viola, Nell’inchiesta condotta dalla Digos e dal compartimento Polizia Postale Umbria, sezione Cyberterrorismo, coordinata dal capo del pool antiterrorismo milanese, appunto il procuratore Marcello Viola: è stata eseguita avantieri un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di “due cittadini egiziani indagati, ciascuno, per essersi associati all’organizzazione terroristica internazionale comunemente nota come Stato Islamico”. Secondo le accuse, le loro condotte di propaganda, proselitismo on line e finanziamento dell’Isis erano “strettamente connesse alla loro partecipazione presso l’organizzazione terroristica internazionale denominata Isis”. Ci si insospettisce, dunque, sui moti finanziari che irrorano il terrorismo internazionale che si annida in occidente, sfruttando l’immigrazione massiccia verso l’Italia, enfatizzando il malumore complessivo per i pericoli potenziali verso i grandi agglomerati urbani europei. Molti ravvedono nelle agenzie di sicurezza israelitiche, americane ed europee, dei centri di falso controllo ed ipocrito spionaggio contro i moti fondamentalistici di matrice religiosa: giacche’ offrirebbero sponde economiche e logistiche all’occorrenza verso i terroristi, per meri scopi politico-economici transnazionali.
C’è un Paese occupante che è Israele e un popolo occupato, che è il popolo palestinese. Deve ssere chiaro a tutti”.Lo ha detto Matteo Giardiello, di Pap, nel corso del corteo a sostegno della Palestina a Napoli, aggiungendo che “la Questura ci ha impedito di fare un percorso nel centro storico, e questa è una cosa molto grave, ci dev’essere libertà di manifestazione per tutte le idee”.
“Noi crediamo – ha proseguito – che sia grave ancora di più per il clima che si respira in tutta Europa: abbiamo visto cosa hanno dichiarato Macron, Meloni, quello che è successo in altre città d’Italia. Noi vogliamo il diritto di dire in maniera chiara che la situazione di violenza che è presente in Palestina è causa di anni e anni di occupazione, di sabotaggi e di apartheid portata avanti dallo Stato di Israele. Quello che sta avvenendo a Gaza è un vero e proprio genocidio e noi siamo qui per dire ‘restiamo umani'”.
Palestina libera”. Questo lo striscione in Piazza Garibaldi, a Napoli, dove si radunano i sostenitori del popolo palestinese per un’iniziativa alla quale hanno aderito varie realtà, soprattutto della galassia antagonista ad Israele.
Attualmente i manifestanti sono stati fermati e sventolavano bandiere della Palestina e di Potere al Popolo, nonche’ di Rifondazione Comunista.
A vigilare la Piazza alcuni furgoni delle forze dell’ordine.
Oltre 500 erano le persone al corteo pro Palestina a Napoli.
Concluso corteo Napoli, in 800 si esponevano e sono stati lanciati fumogeni sulla statua Garibaldi.
“Il popolo palestinese non si fermerà adesso, continueremo nelle prossime settimane a Napoli e poi saremo alla grande manifestazione nazionale del 4 novembre a Roma”. E’ l’annuncio con cui si è concluso il corteo pro Palestina a Napoli, che si è via via ingrossato. Nessun incidente durante la manifestazione. Dei fumogeni rossi sono stati accesi sul piedistallo della statua di Giuseppe Garibaldi, mentre in piazza sventolavano le bandiere palestinesi. Le forze di polizia hanno costantemente monitorato il corteo.
Collettivo Autorganizzato Universitario ha esposto su palazzo Giusso, sede dell’università L’Orientale di Napoli, la bandiera della Palestina.
“Mostrare la bandiera palestinese dall’università è un modo per riaccendere il dibattito e far luce sulle cause reali di ciò che sta accadendo in Palestina da più di 75 anni; inoltre e’ opportuno denunciare l’opera di pulizia etnica ed occupazione militare posta in essere da Israele”, si legge in una nota.
“Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono. L’Italia e prettamente la capitale del meridione con le frange studentesche ben istruite e dal grande anelito politico e sociale, si schiera palesemente contro Israele e reclama un equo trattamento, dal punto di vista politico, economico e sociale, anche per la Palestina.