Emergenze, allarmi, terrorismo, bisogno di blindarsi. Tra uno Stato e l’altro si rivedono agenti e controlli. Germania e Francia si contrassegnamo capofila della nuova tendenza. Che si allarga ai Paesi del Nord e dell’Est.

Gian Micalessin non si esime dal riportare un nuovo male oscuro dell’Europa. Esso viene generato dai flussi migratori fuori controllo, ma alimentato dalla reciproca mancanza di fiducia e solidarietà tra stati membri. Tutti cio’ sta cancellando le regole di Schengen sospese ormai da almeno sette paesi membri. Cosi’ 450 milioni di cittadini si imbattono in aumenti sesquipedali di clandestini o comunque immigrati multistrato. Anche perché, prima che l’Ue diventasse realtà, l’idea di attraversarne le frontiere senza esibire un passaporto e senza dover cambiare valuta rappresentava un sogno comune capace di alimentare concretamente gli ideali unitari di tutti i suoi abitanti. Due condizioni realizzatesi grazie al trattato di Schengen ed all’introduzione dell’Euro. Ora, però, almeno una di quelle due condizioni fondanti rischia di venir cancellata.

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La Norvegia, con il suo governo, ha esteso fino allo scorso novembre i controlli ai punti d’attracco dei traghetti provenienti da Danimarca, Svezia e Germania. E questi ultimi tre stati si sono comportati in maniera analoga.. La Svezia citando i rischi connessi al passaggio di terroristi pratica le medesime verifiche su chi arriva da Norvegia, Danimarca e Germania. La Danimarca, invece,effettua i controlli su chi entra dal versante tedesco. E questo mentre la Bundespolizei di Berlino pretende i documenti ai valichi disseminati lungo gli 815 chilometri di confine con l’Austria. Una sospensione delle regole di Schengen approvata grazie alle deroghe semestrali previste dal Trattato e giustificata da Berlino con la necessita’ di arginare i crescenti arrivi di migranti partiti dalla Turchia e arrivati alle porte della Germania lungo la rotta balcanica. Medesima deroga applicata anche alla frontiera con la Polonia e con la Repubblica Ceca. Lì la Bundespolizei ha ripreso a controllare gli accessi giustificando la mossa con la necessità di fermare i trafficanti di uomini. «Voglio agire in modo pragmatico – ha spiegato la ministra dell’interno socialdemocratica Nancy Faeser – dal mio punto di vista i controlli temporanei al confine polacco e ceco sono una possibile opzione per combattere più duramente i trafficanti».

La deroga, attuata in assenza di qualsiasi comunicazione alla Commissione ed alle altre autorità europee, rappresenta l’ultimo colpo alle normative di Schengen, sulla libera circolazione. E viene spregiudicatamente perpetuata da un governo socialdemocratico pronto, dall’altra parte, ad usare la leva dei diritti umani per bloccare quel Memorandum tra Unione europea e Tunisia indispensabile per frenare gli arrivi sulle coste italiane. Del resto a subire le conseguenze della cancellazione di Schengen sul fronte tedesco-austriaco sono gli italiani. Intanto Vienna segue con teutonica coerenza l’esempio di Berlino ed è tornata a schierare le guardie di confine ai valichi con l’Italia. Un esempio a cui si adegua anche la Slovenia che non ha perso l’occasione di inasprire i controlli ai valichi con una Croazia da poco ammessa dentro i confini di Schengen. La negazione delle regole del Trattato di Schengen ai confini interni dell’Europa settentrionale ed orientale si replica peraltro alle frontiere francesi. Lì grazie alle ripetute e continue deroghe, richieste dopo le stragi jihadiste del novembre 2015 e giustificate con il rischio di nuovi attentati – Parigi ha sostanzialmente abrogato il diritto alla libera circolazione. Una modifica legale applicata in maniera ancor più arbitraria alle frontiera di Ventimiglia. Lì alla cancellazione di Schengen si aggiungono quei respingimenti dei migranti verso l’Italia condannati, non più di una settimana fa, dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Il governo Meloni e’ oberato di critiche e biasimi generalizzati in quanto si attiene pedissequamente agli accordi marittimi che le impediscono di concretizzare una muraglia navale nello spazio che la separa dal Maghreb. Ad onta del fatto che fosse Malta la prima sponda “europea” per i migranti provenienti dall’Africa. E le paradossali coincidenze che vedono la maggioranza dei migranti approdare in Italia come maschi e giovani, anziche’ donne, persone non giovanissime e bambini, spaurisce l’opinione pubblica. Giacche’ si compone nel Bel Paese un nocciolo di manodopera coriacea ma non professionalmente formata, che da un lato viene impiegata ad un costo parossisticamente basso, inficiando i lavoratori italiani; ma altresi’ potrebbe essere parzialmente adoperata, in caso di finanziamenti appetibili nei loro paesi o presso l’Italia, come manovalanza terroristica per disseminare entropia, violenza ed opere terroristiche su commissione.

Sulla scia dell’Ungheria che non onora gli accordi di Shengen sbarrando l’ingresso alle Ong correlate a Soros, l’Europa attraversa profonde fenditure e venti di crisi economica lanciati dalla Germania. Quest’ultima sta organizzando sblocchi commerciali verso la Russia per sgravare le aziende e le finanze private che fronteggiano i tassi di interesse innalzati dalla Bce; inoltre lamenta l’obbligo di finanziamento reiterato verso l’Ucraina che alimenta l’inflazione. Con lo scenario simile ma ben peggiore che avvince Roma e Parigi, molteplici tecnici preconizzano la deflagrazione dell’Euro tra il 2025 ed il 2030.

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