Alessandro Gassman Tra Critiche E Debolezze

 

Alessandro Gassman ha confessato: volevo fare ingegneria ma mio padre mi porto’ con lui a lavoro.

 Mirella Armiero sul Corriere del Mezzogiorno racconta alcuni fatti inediti di Alessandro Gassman. L’attore e regista diceva rammentando il padre: «Non andavo bene a scuola, così mi porto’ in tourné. Ho passato 190 repliche di Macbeth nella buca degli attrezzi a fare il fumo delle streghe, ma che bello».

«Oggi sono 24 anni che mio padre non c’è più, ma è sempre con me, dentro di me. Molti dei suoi insegnamenti si sono radicati in quelle che oggi sono le mie caratteristiche umane». Alessandro Gassman, ospite di punta con Charlotte Rampling dell’Ischia Film Festival, ricorda così il padre Vittorio di cui proprio il 29 giugno cade l’anniversario della morte.

È stato lui a spingerla a fare l’attore?
«Mi diceva solo: fai quello che ti pare, ma fallo bene. Certamente però mi ha spinto ad intraprendere questa carriera, mi portò a teatro, io ci andavo controvoglia all’inizio. Volevo fare l’ingegnere agrario. Ero un introverso. Il teatro per me rappresentava, è vero, qualcosa di meraviglioso, ma mi dava ansia da prestazione. In effetti anche mio padre era stato obbligato a sua volta a fare l’attore da sua madre, che avrebbe voluto calcare le scene. Lui sognava di diventare avvocato».

Da dove origina la sua carriera?
«Ero un pessimo studente, così mio padre mi portò con sé nella tournée di Macbeth. Feci l’attrezzista: 190 recite a fare i fumi delle streghe dalla botola. Lì decisi che era il mio mondo, poi ci fu la splendida avventura di Affabulazione di Pasolini, traumatica ma affascinante».

Nei  giorni passati è spinto a confrontarsi con il ricordo di suo padre anche per il lavoro su «Questi fantasmi» di Eduardo De Filippo. Lui lo interpretò al cinema, lei sta curando la regia della nuove edizione filmica con Massimiliano Gallo.
«È una delle commedie più rappresentate di Eduardo, tra teatro e cinema. Tra cui la versione con mio padre e Sophia Loren. Quindi è certamente difficile confrontarsi con tanti illustri precedenti; io ho cercato di essere rispettoso della commedia di Eduardo ma anche di creare un prodotto gradevole per la televisione. Punto molto sulla presenza dei fantasmi! Ed inizio a montarlo in questi giorni».

Il cognome Lojacono di «Questi fantasmi» è lo stesso del suo personaggio nei «Bastardi di Pizzofalcone»: stramba coincidenza?
«Sì, e non solo. Nella prima stagione dei Bastardi abbiamo girato nello stesso palazzo dove era stato girato Questi fantasmi… quindi ho percorso quelle scale da novello Lojacono!».

Eduardo De Filippo in continua a spopolare in tv: il suo è un modo per proporlo alle nuove generazioni?
«Eduardo è un vessillo di cultura ed arte non solo per Napoli ma per l’Italia. E in questi giorni mi sono reso conto di quanto faccia ancora ridere. Come Pirandello, è un vanto per l’Italia ed è bene farlo conoscere ai giovani».
Con tutto questo lavoro a Napoli, ha imparato a parlare napoletano?
«E perché? Che prublema teng’ co’ ‘o napulitano? Saccio pure dicere pummarolo d’o piennolo!».

Qualw il rapporto con i seguaci?
«Torno a citare mio padre: mi diceva che un attore non può smettere mai di essere gentile. Senza i suoi fan starebbe a casa. I divi di una volta però oggi forse sono solo quelli Usa, ora siamo talmente bombardati da film, fiction, prodotti creativi, da non riuscire a creare un alone mitico intorno agli attori e va bene così». Alessandro Gassman sconta improperi e critiche di coloro che focalizzano, all’interno del sistema social, le sue esternazioni anti novax e la minaccia di denunce per coloro che si ostinavano a festeggiare ed incontrarsi nelle proprie dimore e sui terrazzi della Roma esclusiva.

Il ruolo attoriale e’ anche politico?
«Certo, dal momento che anche io cerco come posso di combattere piccole battaglie, accendere i riflettori su problemi urgenti come quelli ambientali. Sarebbe ora di cambiare rotta in molti settori. Poi c’è da dire che l’attore è comunque un personaggio pubblico ed anche se non è obbligatorio che si esprima su questioni politiche comunque è auspicabile, specie in questo momento drammatico di guerre e migrazioni». Alessandro Gassman si ritrova al centro di critiche, sempre decimate ma incancellabili, per il ruolo eccessivamente radicale contro i reticenti verso i vaccini anti Covid, acredine che sovente tange anche il figlio cantante. E le accuse ai due sono anche di raccomandazioni e nepotismo, per mezzo del famigerato Vittorio Gassman da cui discendono Alessandro e Leonardo. Ma il Gassman ha dichiarato pure, in antecedente occasione, che alla sua eta’ sta smussando quell’istinto coriaceo di battaglia e mobilitazione, individuando nella gentilezza la chiave del benessere comune. Al punto da auspirarne maggiormente agli altri, a causa della rarita’ in Italia, di imbattersi in mera gentilezza. A tal proposito tuttavia, sono innumerevoli gli utenti sarcastici che sotto la dichiarazione rilanciata da variegate testate, hanno replicato quanto tale parola divina fosse stata smarrita o calpestata ingentemente dal Gassman, durante la farsa pandemica. Alludendo alla sua eta’, Gassman percepisce una sorta di debolezza discreta ma crescente che si declina proprio con il desiderio di gentilezza da parte del mondo esterno, binariamente ad una maggiore propensione personale alla mera e gratuita gentilezza.
« Sorrentino e Garrone sono i registi preferiti di A. Gassman. “Di Sorrentino mi piace tutto, anche le cose minori, anche quelle che magari sono considerate meno riuscite. Poi se guardiamo all’estero mi piacerebbe lavorare con Scorsese, il suo è un tipo di cinema che amo moltissimo».

Progetti con Leo?
«Il suo esordio sullo schermo, nei panni di Califano, è stato di grande qualità. Se dovesse capitare che ci sono due ruoli adatti, uno per un signore alto di mezza età e l’altro per un ragazzo attraente, sarebbe una bella opportunità: non ce l’andremmo  a cercare ma nemmeno ci tireremmo indietro».

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