Fatturazione a 28 giorni: multe per tutti i gestori

L’Antitrust ha erogato una multa da 200 milioni di euro per gli operatori telefonici Fastweb, Telecom, Vodafone e Wind Tre. La sanzione è il frutto di una rimodulazione avvenuta dopo la sentenza del Consiglio di stato e conclude il procedimento relativo alla fatturazione a 28 giorni. L’Autorità ha accertato che le compagnie telefoniche “hanno posto in essere un’intesa restrittiva segreta, unica, complessa e continuata della concorrenza” si legge nel Bollettino dell’Antitrust, “impedendo il corretto svolgersi delle dinamiche concorrenziali tra operatori nei mercati dei servizi di telefonia fissa e dei servizi di telefonia mobile”. Bene le sanzioni, anche se avremmo preferito una multa piena e maggiore. Il Fatto quotidiano analizza la questione rimarcando che, comunque, alla luce delle pessime decisioni della giustizia amministrativa, non possiamo che accontentarci. Immaginiamo che la telenovela non sia finita qui”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori in una nota. “Purtroppo la politica dilatoria delle compagnie telefoniche, che si arrampicano sui muri a caccia di cavilli legali pur di poter fare i loro comodi, dimostra che servono maggiori poteri per le Authority e una giustizia amministrativa più efficiente, rapida e più attenta a difendere la parte debole dei rapporti contrattuali” conclude.

Tutto cio’ avviene in concomitanza con l’offerta del maggiore operatore telefonico italiano, di fruire con venti Euro mensili, di Internet illimitata da telefonini; tuttavia i costi mensili di Tim in fatto di servizi relativi la fibra ottica ed il 5g, risultano in aumento irreversibile da anni: di conseguenza odiernamente per avere a disposizione una connessione Internet velocissima come da prescrizioni continentali, sia a casa che sul telefono o tablet, gli esborsi mensili superano abbondantemente i 50€. Costi in ascesa apparentemente irreversibile per servizi leggermente migliorati sotto ogni punto di vista, rispetto ai dieci o quindici euro massimi al mese di qualche anno fa. Le autorita’ pubbliche necessitano del potere di calmierare i prezzi e bloccarli a prescindere dal potenziamento dei servizi, almeno finche’ la decrescita economica e l’inflazione generalizzata, non fossero superate.

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Sul versante dei contratti “capestro” oppure soggetti a modifiche arbitrarie da parte dei macrosoggetti che erogano servizi indispensabili, ci sono frange crescenti di utenti e giornalisti che reclamano, alludendo anche al settore bancario, al fermo della discrezionalita’ dei grandi operatori in termini contrattuali, oppure alla possibilita’ per i consumatori, di rescissione immantinente del contratto in essere senza sospensione del servizio, finche’ il medesimo servizio non fosse assicurato da una nuova azienda.

A proposito di Tim il malcontento sui continui rincari figura crescente e molti esortano una completa razionalizzazione della multinazionale telefonica piu’importante d’Europa, a causa anche della convinzione che i prezzi maggiorati dei suoi servizi, siano comminati per volonta’ diretta od indiretta dei nuovi azionisti di maggioranza Tim, i quali risultano forestieri ed intersecati alla grande finanza euroamericana. Alla Tim e’ postulata la ripresa di una piena attivita’ relativa il Servizio Pubblico, in grado insomma di offrire servizi di grado medio alto ugualmente ai maggiori paesi del mondo, ma con richieste economiche accessibili e non cangianti in modo costante. Infine il Copasir ed i sedicenti patrioti del web auspicano un riutilizzo della Golden Share nella ripresa di Tim in quanto essa contiene un tesoro di informazioni sia a livello strategico-aziendale, che come classificazione e conoscenze sui cittadini e sui potenti. Avendo la Tim una proprieta’ di maggioranza francese, sempre piu’ persone paventano controlli ed accessi francesi a segreti e dati privilegiati italiani.

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