Maggio 2024. “Accogliamo con favore la costituzione della commissione voluta dai Ministri della Salute e della Famiglia, Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella, per revisionare le linee guida sul trattamento della disforia di genere sui minori, con particolare riferimento alla somministrazione della Triptorelina per bloccare il loro sviluppo puberale. Auspichiamo che gli esperti coinvolti possano presto produrre nuove indicazioni improntate ad assoluta scientificità e prudenza, respingendo il dannoso ed ideologico “approccio affermativo” e mettendo fine ad una enorme sperimentazione di massa sulla pelle di bambini e adolescenti fondata sopra la falsa pericolosa idea che si possa “nascere nel corpo sbagliato”, che sta confondendo l’identità di migliaia di minori.

Bene anche le premesse del decreto firmato dai Ministri sulle criticità della Triptorelina e sull’intenzione di seguire l’esempio di altri Stati che “hanno rivisto, del tutto o in parte, i propri protocolli, specie quelli rivolti a minori”. Necessità di aggiornamento scientifico confermata anche dal presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò audito dalla Commissione Affari sociali della Camera, il quale ha ricordato i “dati scientifici ad oggi inconcludenti sul rapporto beneficio-rischio per gli adolescenti” della Triptorelina; ed ha annunciato “l’avvio di una rivalutazione sull’inclusione della Triptorelina” nell’elenco dei medicinali da poter erogare per indicazioni diverse da quelle autorizzate”. Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita e famiglia onlus, e’ assertivo con tale comunicato stampa, in relazione alla costituzione di una commissione composta da 29 membri inerenti addetti al ministero della salute, esperti di bioetica e periti del settore, per dipanare la eccessiva disomogeneita’ italiana connessa alle cure per la transizione di genere. Auspicando un fermo a quelle che Coghe definisce come mere sperimentazioni ideologiche sui minori. Tutto questo pantano associato alle terapie lgbt e’ stato enfatizzato ancor di piu’  dallo scalpore che e’ derivato dall’Eurovision che ha visto primeggiare un artista maschio palesemente impegnato nella propaganda lgbt in modo completo, al punto da essere stato immortalato vestito da donna, e dall’agone mediatico che ha contrapposto il generale Vannacci all’ex ministro Calenda: quest’ultimo ha stigmatizzato le tesi del generale candidato per le Europee con la Lega, siccome ha definito anormali i pederasta. In quanto, ha rimarcato, non contrassegnano un gruppo di persone che costituisce la maggioranza della società maggioranza inquadrata come “normalita’” esclusivamente dal punto di vista teoretico. Vannacci a tal proposito ha premesso che queste esternazioni le ha profferite in qualita’ di libero cittadino ma non da membro apicale delle istituzioni.

Calenda e Floris si prodigavano ad accostare quella di Vannacci, ad un’ottica fascista delle cose, negando una diversita’ delle persone omosessuali rispetto a quelle eterosessuali. In seguito il discorso ha penetrato il multietnicismo che ha contraddistinto numerose grandi nazioni e si sta espandendo in Italia, tangendo la pallavolista campionessa che esprime la propria discriminazione a causa del colore dermico. Il generale ha replicato affermando che in America le persone di successo ma con diversa etnia, se ne vantano; viceversa in Italia, a parere del Vannacci, descrivere la verita’ come chiamare una persona omosessuale utilizzando la parola italiana anziche’ quella anglofona, oppure specificare l’origine etnica non caucasica di persona italiana, comporta cause, multe, censura e diffamazione.

Nell’ambito dell’Eurovision, si e’ scatenata un’ondata di repulsione generale, sopratutto a causa dei travestimenti ed atmosfere sataniche parossisticamente adoperate. Per esempio la calza dell’italiana Angelina Mango, raffigurava una corona di spine. Oppure la presenza di un’artista sedicente antireligiosa, impegnata a smantellare le credenze cristiane dei giovani e del pubblico in generale.

Ufficio Stampa Pro Vita e Famiglia Onlus

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