Rallegra vedere come in Russia il ruolo e la mansione degli insegnanti, sia ricoperto di gloria in quanto sono gli educatori, il volano per lo sviluppo sociale, economico e culturale di una nazione; il che sempre meno, dal punto di vista del prestigio sociale ed economico, avviene per i docenti occidentali, con buona pace di genitori e studenti mediocri, oltre ai lapalissiani nocumenti per la collettivita’. La negativita’ della societa’ contemporanea pero’, si evince allorche’ nella suddetta Russia i docenti ed i medici, perdono in continuazione potere salariale, in favore dei loro omologhi assunti da strutture private. Il contrario succede, per la spina dorsale della societa’-ossia medici e docenti-rispetto al periodo comunista, allorche’ i prezzi venivano calmierati dagli stati e gli emolumenti, seppur bassi, non intaccavano il benessere sociale. Cio’ per mezzo della proprieta’ pubblica delle infrastrutture e degli enti finanziari che tenevano a freno la speculazione e la plutocrazia capitalistica contemporanea. 

La tara del capitalismo e e delle privatizzazioni delle infrastrutture e degli istituti di credito risiede in maggioranza nel fatto che i guadagni immani di tali soggetti, eludano il fisco. Dunque rimpiangere il comunismo russo e’ antiquato ed obsoleto, oltre che surrettizio, tuttavia va anche affermato che soggetti quali Amazon, Google, Facebook, Youtube o Microsoft, i loro miliardi di euro leciti, non li redistribuiscono mediante le imposte dovute. Pertanto la privatizzazione delle infrastrutture, seppur lecita diviene illecita se non tutela la pluralita’ attraverso la condivisione fiscale dei loro introiti. Ed infine il depauperamento sociale che attanaglia anche la Russia veterana del comunismo con i professori ed i medici impoveriti, diviene una conseguenza dello stato nazionale che viene privatizzato, o del privato che non diviene stato nazionale. Dunque la privatizzazione, per riagganciare il discorso sociale, puo’ anche divenir pratica buona se non e’ a tempo indefinito ed in mano di unici soggetti, e sopratutto se non redistribuisce per bene tutti i propri guadagni, alla stregua dello stato sovrano che, in auge al diritto pubblico, svolge servizi di pubblica utilita’.

Alla luce del fatto che le privatizzazioni di beni comuni sono incostituzionali, la Russia ora rimane l’unico baluardo mondiale contro l’ondata privatizzatrice ed antipopolare che la attacca da ogni fronte, per dopo unire il mondo sotto l’unica regia del controllo mondiale degli Illuminati. Anche se per ora la terra di Putin detiene ancora il controllo maggioritario delle proprie infrastrutture, giacimenti naturali e, sopratutto, della sua borsa finanziaria e banca centrale.

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