Per quanto sia inconfutabile il concetto di equilibrio nella vita di ognuno, oggi parlando di salute, giro intorno al pensiero di Alessia Correa: quest’ultima è una mental e team coach che afferma il punto del superamento dell’equilibrio, al fine di scongiurare un periglioso limite di insoddisfazione irreversibile.

Io mi limito ad elaborare il suo pensiero in modo ancora più costruttivo.

Per quanto sia innegabile che alla luce di innumerevoli impegni e difficoltà, l’equilibrio tra tutte le attività e le prescrizioni possa provocare una sorta di insoddisfazione dovuta dal lasciare incompleta qualcosa per farne o finirne un’altra, non basta definire l’attenzione come caratteristica aprioristica nel realizzare attività più urgenti a detrimento di altre. L’attenzione intesa come massima focalizzazione su un’attività per volta, comporta una migliore riuscita dell’azione in corso, con una conseguente maggiore soddisfazione. Il mio accordo per questo caso, con l’esperta di coaching, è totale, tuttavia nella fattispecie di famiglie con prole e vincoli professionali inderogabili e molteplici, non è corretto sottrarre tempo alla professione o alla prole: il tempo a disposizione va semplicemente modificato e l’impegno “inderogabile” assieme all’”equilibrio”, resisteranno ad ogni irrealizzato deterioramento della qualità. E con ciò nemmeno l’insoddisfazione di cui prima, verrà prodotta. L’insoddisfazione personale nasce allorchè la drasticità e l’ineluttabilità di certi eventi di tipo professionale o genitoriale, obbligano a concentrarsi esclusivamente sull’uno o sull’altro evento e fa tralasciare l’altro. A quel punto la mia tesi si porrebbe nel mantenere un equilibrio minimale tra i divergenti impegni, che non massimizzerà l’una o l’altra attività/evento, ma lo fara’ di meno temporaneamente.

L’importante in questo caso sarebbe massimizzare gli sforzi organizzativi in prospettiva, al fine di massimizzare uno dei due aspetti ma aprioristicamente portandoli assieme con meno focalizzazione .

Nel frattempo, tuttavia, non è erroneo mantenere un equilibrio tra le succitate componenti in gioco; perchè in seguito tale equilibrio consentirà di tornare a focalizzarsi su ciò che maggiormente richiede una maggiore focalizzazione: figli, lavoro o altro ma senza aver tralasciato prima nulla; per cui si sventerebbe la minaccia della creazione di un senso di perdita interiore, il quale fomenta una esiziale e diffusissima insoddisfazione… Per concretizzare bilanciamenti di focalizzazione e’ opportuna l’energia, la quale va ricercata nella coltivazione della spiritualita’ religiosa, non prettamente meditativa o fisica o relativa alla buona alimentazione.

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