Alessandro Sepe su Area Napoli riporta un commento che puo’ essere inteso paradossale, per molti versi e nelle stanze delle camarille di una certa compagine politica antitetica alla unita’ d’Italia sul piano pienamente confacente alla Costituzione.

La famigerata regista inglese infatti, fa eco ad un filosofo francese che recentemente si espresso sulla Capitale del Sud; Styler dunque ha elogiato la vivacità della città di Napoli: “Nel rione Sanità ho scoperto per la prima volta cosa sia una comunità”. L’intellettuale francese invece anteponeva il brio che caratterizza Napoli, alla neghittosita’ sociale ed al materialismo che inveve pervadono la preziosissima Venezia.

Trudie Style e’ una avvenente regista inglese che vive a New York con suo marito Sting,ma dopo due anni passati a Napoli, è certa di una cosa: “New York è persa, finita. Il futuro è a Napoli ed in particolare nel rione Sanità dove ho scoperto per la prima volta cosa sia una comunità: a NY siamo ormai automi che corrono senza fermarsi mai, abbiamo perso il senso dell’altro. Per questo il mio rapporto con la città non finirà con questo lavoro”, rammenta il Corriere del Mezzogiorno.

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La regista ha realizzato il documentario «Posso entrare? An ode to Naples» presentato alla Festa del cinema di Roma. “Oltre che regista – risponde – sono un’attivista per i diritti umani e ambasciatrice Unicef. Con Sting abbiamo sostenuto progetti in tanti paesi del mondo. Il mio sguardo sui vicoli è naturalmente frutto di questo percorso personale. Quando mi hanno offerto di girare a Napoli non avevo una sceneggiatura, una road map o uno script come per tutti i lavori realizzati fino a quel momento”.

“I produttori mi hanno dato una tela bianca, occasione preziosa ma anche terrificante. La domanda del titolo del documentario è stata centrale: posso entrare? È stata questa la chiave che ho adottato e il film si è scritto quasi da solo: nessuno dei napoletani, infatti, ha risposto no. Mi hanno fatto entrare tutti nelle loro case, nelle loro vite, con una semplicità estrema”.

E aggiunge un aneddoto sulla città set: “Quando giravamo nel rione avevamo come base la pizzeria di Ciro Oliva. La stessa scelta dalla troupe del film Nostalgia di Mario Martone come quartier generale, ed era molto interessante ritrovarsi lì tutte le sere dopo una giornata di riprese”. Napoli si contrassegna come citta’ piu’ smaccatamente identitaria in Italia, con numeri in ascesa irreversibile per il settore turistico, laddove gli stranieri e gli italiani attratti dalle sapide pietanze napoletane che caratterizzano l’Italia nel mondo, non si fermano piu’ specialmente al centro storico e sul Lungomare, bensi’ si spingono fino alla rutilante Posillipo, di recente, fino a tangere la provincia oggi inglobata nella macroarea metropolitana, che vede Portici capofila di nuovi investimenti infrastrutturali: quelli legati all’accoglienza, al mare ed alla ristorazione, sopratutto. Una Portici da tutto esaurito nella fase in cui pare fosse in vendita la villa sul lago di Como di Clooney, da la misura del fermento che potenzia Napoli e lo stile di vita italiano mutuato dall’ex capitale del Regno delle 2 Sicilie ma decantato dalla stella di Hollywood: ossia io senso comunitario espresso nella somma accoglienza dello sconosciuto, uno stile di vita meno frenetico ed imperniato sopratutto sui rapporti umani e sul riposo post-lavorativo. Secondo gli analisti, l’abbrivio di Napoli e’ ormai inesorabile, dal punto di vista economico, turistico e culturale, pur non disponendo piu’ di una grande banca territoriale che un tempo tutelava in modo fattivo ed efficace, le imprese ed i posti di lavoro; ma che oggi e’ confluita nek gruppo Intesa, tra i principali agglomerati bancari d’Europa.

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