di Paolo Paoletti

FUTURO AZZURRO, CONFERENZA STAMPA INUTILE DI GRAVINA E SPALLETTI. DUE SOLE VERITA’: LA FIGC NON HA POTERE SUI CLUB, IL CITTI’ SVECCHIERA’ ANCORA. I 10 MOTIVI DEL FALLIMENTO DEL CALCIO ITALIANO: POLITICA E SERIE A VOGLIONO IL MALE DELLA NAZIONALE. E LA GENTE NON TIFA PIU’ ITALIA.

Dalla conferenza stampa di Gravina-Spalletti sono uscite 2 sole verità:

1. La Figc non ha forza e legislazione utile ad orientare la scelte dei club di serie A, imponendo spazio per i giovani italiani di talento.

2. Spalletti ringiovanirà ancora di più la Nazionale.

Un ossimoro, specialità italica.

C’è una terza verità, già nota: la politica non può chiedere dimissioni. Ma lo fa. Nel tentativo di disintegrare quel poco che resta del Sistema Calcio. Salvo poi salire sul carro degli stessi che volevano dimettere, quando (molto poco) si vince.

Addossare colpe solo a Figc e Cittì, per il disastro Euro2024 (non il primo e purtroppo non l’ultimo per il calcio italiano) è disonesto.

Perchè la situazione è nota da almeno 15 se non 20 anni. E la vittoria di Roberto Mancini all’Europeo 2021, fu miracolo che confermò la regola dell’eccezione.

I PRESIDENTI di serie A sono il CANCRO del calcio italiano e della Nazionale. Non vincono o vincono pochissimo in Europa, fanno il bello e cattivo tempo in Italia.

L’assurdo è che il Governo per mano di Mulè di Forza Italia trami e delinqua (si macchia di una o più colpe) contro la Nazionale.

Il DL che spinge all’autonomia totale della Lega di serie A significa la morte definitiva del Movimento calcistico italiano di cui la Nazionale maggiore è l’emblema ed il riferimento distintivo.

Cominciamo quindi a dire tutte le verità:

1. Il Governo della Meloni sta sfasciando il calcio italiano, come ha già spaccato il Paese con l’autonomia delle regioni.

2. Il Governo della Meloni consente a 20 in-prenditori presidenti dei club di A di non pagare 840 milioni di tasse (irpef e previdenza) ma toglie il reddito di cittadinanza ai poveri.

3. Il Governo della Meloni consente a Lotito, presidente della Lazio, oggi sopratutto senatore di Forza Italia, di minacciare la rivolta dei tifosi (voti) se non verrà ripristinato il decreto salva cervelli per continuare a sperperare denaro con calciatori stranieri (dov’è il cervello?) invece di imporre investimenti nei settori giovanili. Stranieri spesso scartine che però consentono esportazione di valuta all’estero di cui poi si perdono le tracce, e come è stato dimostrato, di pompare i bilanci di false plusvalenze.

4. In serie A sono tesserati 500 calciatori (25 in rosa per 20 squadre), ma appena 100 convocabili in Nazionale. Perchè solo il 25/30% dei tesserati sono italiani.

5. Il calcio italiano giovanile ha qualità. L’Under 17 è campione d’Europa 2024. Lo era già l’Under 19 dello scorso anno. Per la prima volta nella storia quest’anno TUTTE le selezioni giovanili azzurre si sono qualificate per la fase finale dei tornei di categoria. Che fine fanno tutti questi talenti?

6. Il nodo per i giovani arriva con il primo contratto da professionisti e la convocazione nelle rose delle prime squadre dei club. Ai presidenti conviene acquistare all’estero, non far crescere i giovani. E tutti zitti.

7. Nonostante il forte sentimento campanilistico, sempre esistito, adesso le tifoserie hanno oltrepassato il segno. Preferiscono il male della Nazionale se gli interessi contrastanti di club e Figc possono nuocere a Juve, Inter, Milan, Roma, Napoli etc etc. Una barbarie culturale figlia del processo di deculturizzazione progettato e messo in atto da Silvio Berlusconi sia per motivi politici (imporre le sue aziende) sia sportivi (compra tutti purchè non giochino altrove).

8. Gravina ha ammesso che la FIGC non ha potere per regolamentare il tesseramento degli stranieri, l’utilizzo dei giovani in prima squadra, gli investimenti nei settori giovanili. Però lo stesso Consiglio Federale chiamato a rispondere dei fallimenti della Nazionale annovera quali consiglieri Lorenzo Casini (presidente Lega Serie A), Claudio Lotito, presidente della Lazio, Giuseppe Marotta neo Presidente dell’Inter. Come può il Consiglio Federale ammettere e porre rimedio ai propri errori se nel proprio seno annovera i primi Grandi Nemici?

Ed il resto dei consiglieri (Mauro Balata, presidente Lega Nazionale Professionisti Serie B; Matteo Marani presidente Lega Pro, Alessandro Marino, Giuseppe Pasini) sono al soldo della serie A?

9. Prendersela con Spalletti ed i Cittì che lo hanno preceduto fallendo, non solo è in mala fede, ma è nella consapevolezza di essere complici di un Sistema CORROTTO.

10. Mai visto un giornale titolare: PIPPE IN PARLAMENTO, POLITICI ANDATE A ZAPPARE. Come ha fatto l’indegno Libero per la disfatta a Euro2024. L’Italia è al 41° posto su 180 Paesi nella classifica di Transparency (corruzione). Mazziero Research ha valutato che il debito pubblico abbia raggiunto i 2.953 miliardi a giugno. Neanche 2 anni fa, prima del Governo Meloni, era di 2.321.957! Aumentato di 650 miliardi in 18 mesi!!! La stima preliminare dell’incidenza di povertà assoluta in Italia è pari all’8,5% tra le famiglie ed al 9,8% tra gli individui. Livelli mai toccati prima, per un totale di 2 milioni e 235mila famiglie e 5 milioni e 752 mila individui in povertà.

Ma nessuno chiede le dimissioni di Giorgia Meloni e del suo Governo di incompetenti.

Che Paese è mai questo?

Spalletti ha commesso degli errori. Anche gravi. Come la Figc non ha saputo trattenere Roberto Mancini che pure aveva fallito la qualificazione ai Mondiali, dopo aver vinto un Europeo.

Ma il problema vero, strutturale, della Nazionale non è negli errori del Cittì o la pochezza di Gravina. Che pure pesano e molto.

Ma nel marcio di un Sistema che da 20 anni ha spremuto fino all’ultima goccia di sangue un Movimento ormai distrutto dal disinteresse dei giovani e l’arroganza dei presidenti di club.

Quest’è!

PS. Per carità di Patria, stendo un velo pietoso sui giocatori andati in campo nelle 4 gare disputate ad Euro2024. Pietosi come il velo che li protegge… perchè conviene così!

P.P.S. La nazionale campione del mondo 2006 ottenne, su perentoria richiesta di Lippi, la preminenza degli interessi patri su quelli delle squadre cittadine, dal punto di vista dell’organizzazione gestione dei calciatori.

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